IMPRESE, FINANZA E VENDITE ALLO SCOPERTO
Maggio 2013
(dialogo fra Wladimiro ed Estragon al Caffè Centrale di
Piazza Maggiore in un paese di Provincia)
W: Caro amico,
siamo prossimi al raccolto e i mediatori stanno già lavorando ai fianchi i
nostri agricoltori.
E.: Ormai, i
giochi li hanno fatti da tempo, i prezzi sono calanti e nonostante le buone
previsioni di raccolto, gli agricoltori si stanno lamentando che ricaveranno
ancor meno dell’anno scorso.
W.: Questo è un peccato, perché i nostri mediatori si
stanno comportando come i traders di borsa, come finanzieri incalliti, sono dei
ribassisti, che è il male dell’Italia.
E.: Mio buon
amico, spiegami queste parole strane e dimmi perché l’attività di mediazione
sul grano è il male dell’Italia.
W.: I ribassisti,
sono speculatori che vendono allo scoperto. Sai cosa significa in gergo "shortare"?
Significa vendere un qualsiasi titolo (azione, obbligazione, etc.) senza averne
il possesso, appunto "allo scoperto" sperando - più avanti - di comprarlo – veramente - ma ad un prezzo più
basso in modo da consegnarlo a chi l'aveva inizialmente acquistato da loro e
tenendosi la differenza come guadagno. Scommettono sul ribasso senza avere il
possesso dei titoli. Lo stesso fanno i mediatori quando comprano il raccolto dell'anno successivo.
E.: Ma questo
avviene tutti i giorni: all'apertura dei mercati iniziano le vendite allo
scoperto di titoli che si pensano deboli e, prima della chiusura, si
ricomprano. E’ una prassi normale su tutti i mercati finanziari. Spiegami
perché è un peccato e spiegami perché è un male dell’Italia.
W.: Anima semplice, i ribassisti operano solo sui
titoli che sanno che possono andar male, ed operano normalmente sul brevissimo
termine, tra l'apertura dei mercati e la chiusura al pomeriggio, e comunque
nell'arco di tempo concesso per consegnare i titoli. In qualche caso anche 15
gg. Per usare dei termini “da bar”, sono considerati dei “gufi”, oppure si dice
che sono iene e avvoltoi che accelerano la morte della preda.
E.: Allora,
come le iene, hanno una funzione “ecologica”, puliscono il mercato dai
cadaveri.
W.: Il problema
è che oggi i ribassisti hanno oggi un potere immenso che gli viene dato dalle
banche, che li finanziano abbondantemente. Infatti nei momenti di forti
tensioni finanziarie, le autorità di Borsa vietano le vendite allo scoperto.
E.: Ti capisco
poco, ma spiegami chi sono questi ribassisti.
W.: I
ribassisti, una volta, erano gli agenti di cambio e pochi operatori molto
specializzati; oggi invece sono gli hedge funds finanziati dalle banche e le
stesse banche che, godendo di crediti enormi presso le altre banche speculano
in proprio.
E.: In effetti
è vero quanto mi dici, anche mio figlio, che si è trasferito a Londra a
lavorare presso la banca che ha chiuso gli uffici a Milano, mi racconta di
finanziamenti enormi concessi a fondi d’investimento che vengono utilizzati per
pochi giorni e poi rimborsati a fronte di speculazioni di borsa per ammontari
da capogiro!
W.: Mio caro
amico, i mercati finanziari non hanno riguardo per nessuno, guardano solo i
numeri e purtroppo l’Italia e i suoi imprenditori hanno numeri brutti, quindi è
facile scommettere al ribasso.
E.: Adesso mi
fai ricordare che mio figlio mi ha raccontato che la sua banca nel 2011 ha
venduto allo scoperto i titoli di stato italiani e molti hedge funds clienti
della banca hanno fatto lo stesso, con guadagni enormi. Hanno “shortato” BTP
per giorni e giorni, e quando il loro valore è crollato perché molti
investitori sono stati presi dal panico, li hanno ricomprati e hanno fatto
utili impensabili. Infatti il cd “spread” tra il rendimento dei titoli italiani
rispetto ai medesimi titoli tedeschi è schizzato alle stelle. Mi ricordo che
era arrivato a superare i 500 basis points.
W.: E con
questo mi confermi che l’Italia è un paese di ribassisti, di persone che puntano
al peggio, e questo è un male per l’Italia.
E.: Però
adesso la situazione è cambiate, lo spread ha iniziato a contrarsi.
W.: Perché nell’ autunno 2011 sono state avviate
alcune contromisure che hanno fermato un possibile crack finanziario del nostro
paese: è stato nominato come primo ministro un economista conosciuto in tutto
il mondo, le banche italiane hanno sottoscritto in maniera massiccia le
emissioni di titoli italiani e il governatore della BCE ha dato loro sostegno.
Altrimenti non ti spieghi come la banca più antica del paese ha oggi in
portafoglio quasi più titoli di stato che prestiti alle imprese.
E.: l’ipotesi
che mi stai raccontando è suggestiva, ma verosimile. Quindi secondo la tua
opinione, a quel punto, i ribassisti hanno smesso di “shortare” l’Italia.
W.: Certo, perché vendere allo scoperto titoli che
poi non scendono di valore comporta molte perdite. Ti ricordi che addirittura
si pubblicavano annunci di persone che incitavano a comprare BTP? E’ stata come
la vittoria nella battaglia di Nicolaevka in Russia dei nostri valorosi alpini,
che è servita a poco perché la campagna di Russia è stata una sconfitta
pesantissima: infatti dal 2011 assistiamo a crescita dei fallimenti e dei
suicidi, PIL che continua a scendere mentre negli altri paesi sale, aziende
italiane importanti che vengono vendute agli stranieri, multinazionali che
lasciano il paese e chiudono i loro stabilimenti. E’ una guerra, combattuta con
altri mezzi.
E.: Ma quanto
può essere addebitato alla nostra classe governante e ai nostri banchieri?
W.: Molto: i
governanti dell’epoca si sono occupati solo di dare un’immagine più solida del
paese, ma solo l’immagine, come nelle città di cartapesta che si costruiscono
per girare i film western; le banche invece hanno utilizzato il denaro dei
risparmiatori per investire in titoli e lo hanno sottratto alle imprese e alle
famiglie, hanno tolto ossigeno al sistema, in altre parole hanno “shortato” le
imprese. E hanno sbagliato, anche perché non hanno speculato.
E.: Si narra
la leggenda del banchiere John Pierpoint Morgan, che nell’800 con la sua banca
prima finanziava alcune imprese, poi chiedeva il rimborso improvviso dei
finanziamenti concessi e, visto che gli imprenditori non potevano far fronte,
ne rilevava la proprietà a prezzi bassissimi, arricchendosi enormemente. Anche
lui “shortava”. Avresti voluto dei J.P Morgan oggi?
W.: Il fatto è che il sistema bancario in molti casi
ha ritirato i fidi sapendo coscientemente che le aziende sarebbero saltate. Però
non ha fatto niente per riprendersi almeno parte del valore di questo gioco al
ribasso. Occorre poi considerare che gli imprenditori italiani non sono
ribassisti, almeno non lo erano fino a qualche anno fa, ma sono investitori che
– con tutti i loro difetti - gettano il cuore oltre l’ostacolo.
E.: Beh, il
contraltare degli shortisti sono gli investitori di lungo termine.
W.: E in
effetti, mio caro amico il nostro paese ha la fortuna di avere moltissimi
investitori di lungo termine, che sono i nostri piccoli imprenditori ed
agricoltori. pensa al marchese Incisa della Rocchetta che ha creato negli anni
40 il vino Sassicaia e tutti gli davano del matto e oggi è uno dei più grandi
vini italiani! Nel loro DNA c’è una dose di rischio e di guardare lontano
superiore a molti altri paesi, e penso che, nonostante le macerie di cui
l’Italia è sommersa, riusciranno a riprendere
forza, in barba alla finanza e ai mediatori!
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