Dicembre 2019
(dialogo fra Wladimiro ed Estragon al Caffè Centrale di Piazza Maggiore in un paese di Provincia)
W.: caro amico mio, vedo che stai smanettando con il tuo tablet forsennatamente.
E.: sto controllando alcuni dati macroeconomici che mio figlio, ormai emigrato definitivamente, mi ha mandato. Mi piacerebbe tanto che tornasse in Italia, almeno potrei vederlo; sai, adesso se ne sta a Dublino a lavorare per la solita banca “ectoplasmatica” che non si sa cosa faccia esattamente.
W.: beh, hai la scusa per visitare un paese insolito, verde e ricco di fascino.
E.: ormai alla mia età faccio fatica a spostarmi; anche quando lui stava a Londra io sono andato a trovarlo poche volte, ma adesso che per via della Brexit stanno trasferendosi in Irlanda, sarà anche peggio.
W.: ma dimmi caro amico mio, come mai tuo figlio non cerca un posto di lavoro in Italia? Ormai è un professionista affermato.
E.: perché adesso si occupa di gestire fondi d’investimento di grandi investitori istituzionali e, poiché la concorrenza è feroce, oltre ad essere capaci, devi operare in paesi con fiscalità ridotta: dove lui risiede non c’è la Tobin Tax e non c’è l’imposta di bollo sui titoli, oltre ad avere una tassazione personale molto più bassa della nostra.
W.: conosco la Tobin Tax, è un’imposta sulle transazioni finanziarie che riguardano le azioni e i derivati.
E.: esatto, ma l’Italia è l’unico paese che l' ha applicata in modo importante dal 2013 causando così il declino del nostro mercato borsistico.
W.: ellapeppa! Che affermazione forte! spiegami questa tua convinzione.
E.: te la spiego con alcuni dati statistici: nel 2011 (prima dell’introduzione della Tobin TAX), la borsa di Milano aveva una capitalizzazione complessiva di 349 miliardi di Euro suddivisa su 328 società quotate, che avevano realizzato un volume di scambi pari a 709 miliardi di Euro (fonte: Borsa Italiana, statistiche storiche). Inoltre nel 2011 il FTSE Italia era pari a 12.259 punti.
W.: mi ricordo il 2011, l’anno in cui venne eletto Mario Monti.
E.: esatto! E fece non pochi disastri, come la tassa sui posti barca… il governo Monti nel 2012 fece approvare l’introduzione della Tobin Tax a partire dal 2013, con l’obiettivo di raccogliere almeno 1 miliardo di Euro, invece ne arrivarono sì e no 400 milioni.
W.: insomma un bel flop.
E.: non solo un flop sul gettito, ma i volumi della Borsa di Milano si sono sempre più ridotti: nel 2018 la borsa di Milano (con la Tobin TAX) ha raggiunto una capitalizzazione di 542 miliardi di Euro (+55% rispetto al 2011) suddivisa su 452 società quotate (+38% come numero di imprese quotate rispetto al 2011, grazie anche all’estensione presso la borsa di Milano di oltre 25 società già quotate in altre piazze finanziarie) con un volume di scambi complessivi pari a 626 miliardi di euro (-12%). Nel 2018 l’indice FTSE Italia aveva raggiunto i 16.815 punti (+37% rispetto al 2011).
W.: ok, inizio a capire ciò che vuoi dirmi.
E.: aspetta, solo per darti il quadro complessivo, i dati relativi a fine Novembre 2019 di Borsa Italiana vedono:
a) Una capitalizzazione di borsa salita a 642 miliardi.
b) Un numero di imprese quotate salito a 461.
c) Un indice FTSE Italia salito a 21.335.
d) Un volume di scambi sceso a 507 miliardi.
W.: valori di borsa saliti e scambi sempre più bassi.
E.: altro dato che devi tenere a mente: il risparmio gestito a fine Dicembre 2017 era pari a 2.089 miliardi di Euro, mentre ad Ottobre 2019 è salito a 2.275 miliardi di Euro (fonte: Assogestioni 2019).
W.: quindi, spiegami come ha fatto il valore della Borsa di Milano a crescere dal 2011 al 2018 del 55%, con una crescita dell’indice di borsa del 37%, ma con una riduzione del 12% del volume degli scambi? E poi, come mai anche fino a Novembre 2019 cresce la capitalizzazione di Borsa, cresce il numero di società quotate e anche gli indici salgono, ma si riducono gli scambi nonostante aumentino le masse gestite?
E.: e questo è solo il dato sulle azioni. Poi ci sono i derivati che abbiano come sottostante indici o azioni italiane (Futures, Opzioni, CFD, warrants, covered warrants e certificates) i cui volumi sono ancora maggiori. Ovviamente gli scambi si sono spostati all’estero, e il motivo – quasi esclusivo - è che all’estero non si paga la Tobin TAX (che colpisce le transazioni finanziarie delle società con una capitalizzazione oltre i 500 milioni di Euro) o si paga ma in misura molto più ridotta rispetto all’Italia (in UK non esiste, mentre Francia non si paga sui derivati e quella sulle transazioni azionarie è pure deducibile dall’imposta sui redditi).
W.: allora è un bel problema.
E.: sulla base dei dati che ho raccolto, la Tobin TAX ha generato complessivamente 429 milioni di euro di gettito nel 2018, mentre a fine ottobre 2019 ha raccolto 298 milioni di Euro (-59 milioni rispetto ad Ottobre 2018 / fonte: MEF appendici statistiche al Bollettino sulle Entrate Tributarie gennaio-ottobre 2019 nr. 212).
W.: tu vedi questi numeri, ma dietro i numeri ci stanno le persone, ci sono imprese, c’è un’economia! Questi soldi sono serviti a finanziare lo stato, se non ci fossero state queste tasse avremmo avuto un altro buco finanziario.
E.: infatti ma devi pensare, proprio come dici tu, alle persone: c’è un buco umano e di qualità delle persone perché per ottenere questi 429 milioni di gettito (le aspettative nel 2013 erano di raccogliere oltre 1 miliardo di tasse), sai quante persone e quante imprese operanti nei servizi finanziari e di gestione del risparmio si sono trasferite all’estero?
W.: hai ragione: a Londra la comunità italiana è una delle più importanti (oltre 500 mila) e varie decine di migliaia di italiani si occupano a Londra e in Irlanda di gestire risparmi, in buona parte risparmio italiano, così come a Parigi, Francoforte e in Svizzera.
E.: e questo è risparmio di grandi investitori istituzionali, è dichiarato a norma di legge, che però viene spostato e movimentato su piazze finanziarie che non hanno questo balzello. Poi tieni conto che la Tobin Tax è una tassa che inoltre non colpisce il cd “day trader” (cioè lo speculatore professionale) ma il cd “cassettista”.
W.: direi che invece di colpire lo speculatore, colpisce i veri risparmiatori.
E.: non solo, se i volumi degli scambi si riducono ma crescono i rendimenti, vuol dire che gli scambi avvengono da un’altra parte. Mio figlio ha stimato che 200 miliardi di Euro di soli scambi azionari che non si fanno a Milano significa oltre 2 miliardi di Euro in meno di ricavi da servizi finanziari (diretti ed indiretti) realizzate in Italia e migliaia di posto di lavoro di personale qualificato trasferitosi su altre piazze, Londra e Dublino in primis. Se poi consideri anche i volumi sui derivati, i numeri si moltiplicano. E poi c’è l’indotto. Mio figlio stima un mancato gettito di oltre 1 miliardo.
W.: quindi significa che il mancato gettito da imposte dirette (Irpef e Ires) è di molto superiore a quanto ottenuto con questa tagliola. Quindi il buco finanziario è molto peggiore adesso di quando non c’era la Tobin Tax.
E.: per questo ti dico che il governo Monti ha rovinato un settore strategico per il nostro paese!
W.: in effetti hai ragione. L’Italia ha uno dei giacimenti economici più importanti d’Europa: oltre ai beni culturali, ha il risparmio finanziario, che è di oltre 4.200 miliardi. Invece di rimanere in Italia se ne va – regolarmente e ufficialmente – all’estero, dove sostiene e fa fiorire un’industria formidabile, ricca e qualificata.
E.: c’è da pensarci….
Nessun commento:
Posta un commento